La pesca del grogo da riva non è difficile. In questo breve articolo cercheremo di spiegarvi come fare per insidiare il grongo pescando dal molo di un porto o lanciando da spiagge o scogliere.
Il grongo
Prima di capire come pescare il grongo da riva, dobbiamo conoscere questo fantastico pesce. La sua forma è simile a quella dell’anguilla ma, a differenza di questa, può raggiungere dimensioni incredibili e superare i 3 metri di lunghezza e i 70 chili di peso.
Il grongo può vivere in pochi metri di profondità nell’immediato sottoriva, fino a raggiungere fondali di oltre 200 metri. Abita i fondali ricchi di anfratti in cui può nascondersi e intanarsi, come le zone rocciose o nei pressi di relitti sommersi.
Di solito gli esemplari più grossi vivono a profondità elevate, mentre nel sottoriva difficilmente si catturano esemplari di peso superiore ai 3 o 4 chili.
Il grongo è un pesce predatore e si nutre di crostacei, molluschi e piccoli pesci, sia vivi che morti. L’attività predatoria avviene prevalentemente nelle ore notturne, quando il grongo abbandona la propria tana per esplorare i fondali alla ricerca delle sue prede, a volte percorrendo anche lunghe distanze.
E’ dotato di una forte dentatura, capace di tagliare i terminali in nylon e di provocare brutte ferite a chi non prende le dovute precauzioni.
Quando e dove
La pesca del grongo da riva si effettua esclusivamente durante le ore notturne e nei mesi invernali.
Il grongo va cercato vicino alle zone in cui è solito rintanarsi. Dobbiamo quindi insidiarlo vicino a delle zone con un fondale roccioso o, meglio ancora, vicino ai frangiflutti che delimitano i porti o che proteggono le spiagge.
E’ importante pescare su fondali sabbiosi, anche a buona distanza dalle rocce (il grongo percorre anche lunghe distanze) poiché il grongo è abilissimo ad intanarsi e, se succedesse, sarebbe quasi impossibile avere la meglio.
Per trovare un buon posto per pescare il grongo è importantissimo utilizzare le immagini del satellite, in modo da individuare le zone con le caratteristiche giuste per garantirci buone possibilità di successo.
L’attrezzatura
Per la pesca del grongo da riva dobbiamo utilizzare un’attrezzatura robusta, capace di tener testa ad un pesce molto forte e che spesso va forzato per sollevarlo dal fondale.
E’ quindi opportuno usare delle canne da fondo resistenti, di almeno 4 metri di lunghezza e capaci di lanciare anche più di 100 grammi.
I mulinelli dovranno essere di dimensioni adeguate, come i 4000, ed essere imbobinati con un nylon non più piccolo dello 0,35 mm. Il terminale dovrà resistere ai denti taglienti del grongo, pertanto dovrà essere di un diametro compreso tra lo 0,40 e 0,50 mm., a seconda dei gusti. Molti usano il cavetto di acciaio per evitare tagli sul terminale. Io personalmente credo che l’uso del cavetto sia svantaggioso in quanto, oltre a ridurre le catture in caso di gronghi un po’ smaliziati, esclude la possibilità di catturare altri pesci più scaltri come i branzini e le orate che potrebbero invece farci una bella sorpresa con l’utilizzo di terminali in nylon.
Gli ami dovranno essere di dimensioni adeguate come i n. 2 o simili, a seconda dell’esca che si utilizza.
Le montature
La montatura per la pesca del grongo da riva è molto semplice. Il grongo si pesca a fondo, in quanto questo pesce vive e si nutre costantemente a contatto con il fondale.
Si utilizzano montature da fondo molto semplici, con un piombo, un salvanodo, una girella e il terminale di circa 120 / 150 cm seguito dall’amo.
Se si pesca in zone a forte rischio incaglio, si può pescare con il piombo “a perdere”, montando il bracciolo del terminale al di sopra e collegando il piombo ad uno spezzone di filo di diametro più piccolo, come uno 0,25 mm., in modo che, in caso di incagli, andremo a perdere soltanto il piombo salvando il resto della montatura.
Le esche
Il grongo è un pesce predatore molto vorace che si nutre di tutto ciò che trova nei pressi del fondale. Possiamo insidiarlo utilizzando come esca piccoli pesci, crostacei, mitili e molluschi.
L’esca principe per la pesca del grongo è sicuramente la sardina, innescata intera, a filetti o per la coda, con l’ausilio del filo elastico.
Oltre alla sardina, possiamo usare piccoli pesci pescati sul posto, pezzi di polpo, di seppia o calamaro, oppure dei mitili sgusciati come il cannolicchio.