L’alborella (Alburnus Alburnus Alborella) è diffusa in tutta Italia ed in gran parte dell’Europa. Popola le acque lacustri delle pianure e dei fiumi a lento scorrimento. L’alborella è molto sensibile all’inquinamento ed all’invasione delle specie alloctone. Purtroppo questo pesce sta lentamente scomparendo dai principali corsi d’acqua e da molti laghi a causa dell’inquinamento o della competizione con nuove specie alloctone.
E’ un piccolo pesce color argenteo lucente dal corpo sottile, che raramente supera i 18 cm di lunghezza.
Vive in grossi branchi ad alta densità che ricordano vagamente quelli formati da specie marine come le acciughe e le sardine. La vita in branco costituisce l’unica garanzia di difesa per l’alborella che rappresenta l’alimento principale di moltissime specie di pesci predatori.
L’alborella è onnivora poiché si nutre sia di alimenti di origine vegetale che di origine animale. Si ciba prevalentemente di insetti, piccoli crostacei planctonici e di piccoli semi.
Tra maggio ed agosto, nel periodo della sua riproduzione, si avvicina alla riva e depone delle uova gialle e piccolissime tra la vegetazione delle acque più basse, dove si schiudono dopo 2 o 3 settimane.
Durante il secolo scorso, soprattutto nel nord Italia, dalle sue scaglie si estraeva una sostanza chiamata “guanina”, utilizzata per la fabbricazione di perle artificiali.
Come pescarla
La migliore tecnica per pescare l’alborella è quella che prevede l’uso di piccoli galleggianti con l’utilizzo di attrezzature e lenze molto leggere usando come esca il bigattino innescato singolarmente su ami del n. 18.
Può inoltre essere efficacemente utilizzata come esca per la pesca dei predatori come lucci, cavedani, trote, persici reali e persici trota utilizzando la tecnica del morto manovrato oppure pescando col vivo.